Quest’articolo è stato scritto da Vittorio Mendicino Psicologo Roma , fa parte di una serie di articoli e molti di essi sono tratti da osservazioni sul campo. Gli argomenti trattati vengono proposti da una particolare visuale psicologica. Si osserva come la famiglia di oggi non riesce più a garantire ai suoi membri un adeguato e protettivo ambiente di vita, di nascita , di crescita e di morte. Si assiste a spiegazioni e a studi del fenomeno in termini difensivi e intellettualizzati mentre l’ aggravarsi del male procede . In alcune ricerche effettuate sulla salute dei Pinguini in Groenlandia si procede stabilendo come parametro di buona salute, il fatto che l’anno successivo la colonia di pinguini presa in esame risulti numericamente uguale o maggiore. Nel caso fosse inferiore si stabilisce che non godano di buona salute.
Un parametro simile dovrebbe essere introdotto anche nello studio della denatalità, della famiglia, della comunità, del paese.
Lo psicologo, lo psicologo della coppia, lo psicologo della famiglia dovrebbero tenere sempre in debita considerazione queste problematiche
Parioli: quartiere bene di Roma
Mi trovo a Roma in via dei Parioli all’angolo con via Gualtiero Castellini.
Sono seduto sul mio vespino bianco, intento a leggere alcune pagine scritte da una persona conosciuta da poco, mentre aspetto mia figlia che è andata qui vicino per fare una visita, per tornare a casa assieme. Quando, ad un tratto, “la quaglia va proprio di fronte al cacciatore”. Una nonnina col fisico visibilmente malconcio avanza traballante, sorretta da una prosperosa e gagliarda ragazzona che l’aiuta in quella che sembra una piccola passeggiata. Prendo la mira e deduco dall’aspetto e dall’atteggiamento che si tratta certamente di una ragazza russa; bizzarro contegno, poiché ha un fare premuroso e gentile ma, al tempo stesso, sembra che voglia mostrarsi estranea alla scena, come a dire che lei non c’entra nulla con quello “scempio di vecchia”. Il volto della nonnina invece è perso nel vuoto, con evidente totale assenza di speranza; si sente, si capisce che quella nonnina è tutto quello che resta di operazioni di abbandono. Qui mi si cambia il canale in testa e vi compaiono quei bambini che vivono in orfanotrofio – quelli descritti da Spitz e Bowlby – nei titoli di coda seguono i figli di genitori modernamente separati. Passano dieci minuti e la scena si ripete con un’altra nonnina; questa è ancora capace di esternare lagnanze, infatti prende a bastonate una macchina parcheggiata troppo vicino al marciapiede, poco rispettosa, secondo lei, delle sue esigenze. La ragazza che l’accompagna, invece, sembra più soddisfatta, si mostra allegra, sorridente; in realtà, quando s’avvicina maggiormente e posso prenderne meglio la mira, capisco il perché: ha la cuffia del telefonino ben occultata nell’orecchio e probabilmente ascolta qualcuno che le parla, che la intrattiene piacevolmente mentre accompagna la “vecchia”. Il tempo che l’orologio sorpassa altre due linee segnaminuti, ed ecco un’altra “quaglia” che svolazza davanti al “cacciatore”; questa volta vedo una vecchina dalla cera molto aristocratica, truccata come fosse una ragazza d’oggi, anche se non mostra tatuaggi e piercing né l’ombelico al vento, ma rossetto, rimmel e tanto trucco modernamente spalmato. Osservo la drammatica sfilata che esibiscono davanti ai miei occhi aguzzati; la ragazza, che questa volta si trova sul lato sinistro della signora, grosso modo ha le stesse sembianze e atteggiamento di quella di prima, che era posizionata al lato destro; al contrario, sembra veramente un libro aperto, mi sento molto sicuro delle deduzioni che ne traggo: penso che sia la figlia, e che il giorno prima, cioè ieri, domenica, sia stata per tutta la giornata al mare, e che in quel momento potrebbe stare in luoghi e con persone più congeniali ai suoi bisogni, ed è molto impegnata a non far trasparire l’astio che vive verso la madre, che per via della sua età “vecchia” limita la sua libertà; lei, la figlia, non se la sente, non ci riesce a lasciarla sola per diversi giorni con la governante, e così probabilmente oggi ha pensato di portare a spasso sua madre, magari più per azzittire un po’ le lagnanze della propria coscienza che per la madre, ormai lontana, tanto lontana tranne che nel giudicare. Ahi! ho sbattuto la testa come al solito in uno di quei pensieri più grandi di me, così mi sono procurato un altro di quei bitorzoli che rendono antipatici e ripetono a pappagallo: “un’altra volta guarda meglio e fatti i fatti tuoi”. Invece di godermi le belle vetrine o gli alberi grandi belli e allegri mi sono angustiato sbattendo in questi penosi scenari. Questo è il pensiero assassino: Parioli, quartiere bene di Roma sì, ma la logica gentilizia dell’aristocrazia intellettuale, se non trova il contrappeso della dura e selvaggia logica della natura, porta la comunità in cui si esprime all’estinzione e alla morte per darwiniana legge terrena.
Vittorio Mendicino (Psicologo-Psicoterapeuta) Via Marco Decumio, 15 – Roma